Nonostante questi tiri facciano compiere alle bilie diversi giri del tavolo, non sono complicatissimi da eseguire. Il cinque sponde segue grossomodo le medesime dinamiche del rinquarto, tanto che, oltre a essere famoso anche come girone, spesso viene chiamato rinquartone. Sostanzialmente, quindi, non faremo che mandare la bilia avversaria su un angolo del tavolo facendole colpire in sequenza sponda lunga, corta, lunga, corta e ancora la lunga prima di arrivare al castello. Data la lunghezza del tiro, è necessaria molta forza ma bisogna fare attenzione alle condizioni del panno (se nuovo tende a far allargare la bilia, se usurato tenderà invece a farla stringere). Se usate effetto, tenete a mente che in genere il cinque sponde comporta un angolo d’impatto piuttosto stretto sulla prima sponda, pertanto l’effetto inizierà a manifestarsi più sulla sponda corta. Anche per il cinque sponde possiamo individuare alcune varianti tipiche che in parte ricordano molto la casistica che abbiamo visto per il rinterzo di seconda.
Potremo quindi tirare un cinque sponde a parificare (cioè a porre le bilie vicine alla stessa sponda corta), a scendere (colpendo la battente in testa in modo da farla battere sulla sponda corta in modo che si diriga dal lato opposto del tavolo) e con colpo sotto (per ottenere le stesse conseguenze, ma senza che la battente tocchi la sponda corta).
Diversa è la fattispecie dell’ottavina che è invece un tiro di sette sponde. La complessità di questo tiro lo rende una specie di mosca bianca, infatti lo si esegue molto raramente. Oltretutto, rappresenta un tiro che privilegia l’attacco a tutto scapito della difesa. Uno dei vantaggi dell’ottavina, tuttavia, è rappresentato dal fatto che è possibile ottenere punti anche con tiri sbagliati. Infatti, se stringiamo troppo la traiettoria finiremo con l’effettuare un tiro a due sponde, tipo lo striscio. Se invece, all’opposto, allarghiamo troppo finiamo per arrivare sul castello dopo sole cinque sponde. Questi sono proprio i principali motivi per cui l’ottavina non viene molto usato: se è possibile arrivare a punti tirando a due sponde o cinque, ha poco senso cercare un tiro da sette sponde. La situazione standard in cui si ricorre all’ottavina, infatti, è quella con le bilie poste vicino all’angolo, per cui possiamo far punti tirando la bilia avversaria prima su sponda lunga e poi su sponda corta. Per fare un tiro di sette sponde, in questi casi, è sufficiente colpire la battente in pancia e mirare per colpire la bilia avversaria in pieno, senza effetti o colpi in testa o sotto. Un altro problema legato al tiro di ottavina è la necessità di estrema precisione: se non colpiamo esattamente in pancia la battente o in pieno al 100% l’avversaria, il tiro non riuscirà e pur segnando punti lasceremo un tiro facile all’avversario.